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Citta' Immediata ed Imperiale di Trieste

                                                             NOI DELLE VECCHIE PROVINCE


Trieste città imperiale ed immediata dell'Impero Austro Ungarico
Quando, come e perché ...

Trieste, posta all'estremo lembo orientale dell'Adriatico, località costiera più settentrionale della penisola istriana, alla quale appartiene geologicamente e geograficamente nonostante che nel corso della sua storia abbia sempre rifiutato questa appartenenza, prima di godere di quella fama e ricchezza derivatele dalla protezione e dall'appartenenza alla Casa d'Asburgo, non ebbe vita facile. 
Secondo alcune teorie si ha notizia, nella zona in cui poi sorgerà la città, di un Villaggio Carnico (i Carni erano una popolazione celtica scesa dal nord, lasciando peraltro tangibile impronta della loro esistenza nella regione dell'alto Friuli chiamata per l'appunto Carnia). Poi con l'arrivo dei romani il villaggio divenne un loro avamposto e prese il nome di Tergeste. L'etimologia del nome è incerta, risale forse a Ter-Egestum (costruita tre volte), ma più significativa sarebbe quella che fa risalire l'origine a Terg (mercato) ed il suffisso di origine veneta Este (città). Il che preluderebbe alla sua futura vocazione mercantile. Tergeste si trasformò ben presto in colonia romana collocandosi sul colle di San Giusto dove furono costruite basilica e foro. Con la caduta dell'Impero romano inizia per la città un periodo buio che durerà per molti secoli. Prima le invasioni barbariche con il dominio dei Goti, poi dopo la cacciata degli stessi dell'imperatore bizantino Giustiniano, la città viene distrutta dai Longobardi. Inizia quindi l'eterna lotta con Venezia che con il doge Dandolo la assoggetta imponendole pesanti tributi e limitandone le attività mercantili come la pesca ed il commercio del sale. Nel medioevo la città riesce a costituirsi a libero comune. Periodo relativamente tranquillo ma effimero, in cui Trieste riesce a darsi della leggi autonome ed a battere moneta. Ma lotte intestine e la continua vessazione della Serenissima Repubblica costringono i notabili della città a chiedere, nel 1382, la protezione del duca Leopoldo d'Austria che durerà per 500 anni seppur tra alterne vicende. Infatti tra il 1700 ed il 1800 la città subirà 3 invasioni Napoleoniche. 
Sarà appena con Carlo VI, nel 1719, che concesse la patente di Porto Franco alla città e poi con sua figlia Maria Teresa che ampliò il progetto che il padre aveva su Trieste, ampliandola con la bonifica delle saline ed urbanizzandola secondo i più moderni concetti dell'epoca, con l'ampliamento del porto elevandolo a primo e più importante sbocco dell'Adriatico dell'Impero. Anche in virtù del lento ma inesorabile declino di Venezia, Trieste divenne la seconda più importante città dell'Austria dopo la capitale Vienna. E come Vienna Trieste diventò anche un centro culturale e scientifico di primo piano nella Mitteleuropa. Poi con l'unione dell'Austria con l'Ungheria, divenendo di fatto uno stato duale con Vienna e Budapest capitali dei rispettivi stati dell'Impero Austro Ungarico, Trieste cedette il secondo posto per importanza a Budapest ma rimase comunque, e forse ancor di più, il porto principale dell'Impero. Inoltre essendo l'Austria e l'Ungheria suddivise amministrativamente in Land ovvero "province" Trieste divenne il capoluogo del Litorale Austriaco con la Contea Principesca di Gorizia e Gradisca e il Margraviato d'Istria. Trieste divenne Città Immediata ed Imperiale dell'Austria Ungheria.

                                                              NOI DELLE VECCHIE PROVINCE     
 

- Le Patenti di Carlo VI e le concessioni  di Maria Teresa in favore delle Vecchie Province e lo sviluppo di Trieste e dei collegamenti con le regioni dell’Impero

La storia dell’ascesa al potere di Maria Teresa conseguente alla morte di suo padre, l’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI, è cosa nota.

Mi soffermerò, molto sommariamente, solo su alcuni aspetti di questa vicenda per entrare nel merito dell’importanza che ottenne la città di Trieste e le altre Vecchie Province presso la casa Asburgica.

Già dal 1369 con l’accettazione di tutela da parte  del duca Alberto d’Asburgo, e poi nel 1382 Trieste entra nella sfera giurisdizionale austriaca. In quest’ultimo anno, con la seconda dedizione inizia questo rapporto di Trieste con l’Austria per ottenere dal duca Leopoldo III d’Asburgo protezione, quale difensore della città, dei suoi castelli e del suo territorio in seguito alle continue vessazioni da parte della Serenissima Repubblica di Venezia che, forte della sua egemonia in tutto l’Adriatico, costringeva la città di Trieste a limitare il commercio del sale e dell’attività marinare indispensabili per la sua sopravvivenza, favorendo la città di Capodistria,  ed a imporre le sue regole ed i suoi dazi. Trieste mal sopportava queste imposizioni e spesso si ribellava ma con scarso, anzi in pratica senza alcun successo.

Dopo un periodo di alterne fortune sarà solamente dal XVIII secolo che Trieste potrà iniziare la sua corsa alla conquista dell’Adriatico, in altre parole da quando l’Austria le darà i mezzi e la possibilità, approfittando di una Venezia ormai in lento ma inesorabile declino dovuto all’istaurarsi di nuove rotte commerciali conseguenti alla scoperta di nuove aree geografiche ed anche per la presenza sempre più imponente dei Turchi nel Mediterraneo.

LA PATENTE DI PORTOFRANCO

La prima iniziativa asburgica che coinvolse la città di Trieste ed il suo porto, preferendola ad altre candidate come Duino, Aquileia, Fiume, PortoRe, Segna, Buccari, fu la proclamazione da parte di Carlo VI nel 1719 del Porto Franco (assieme al porto di Fiume) con la concessione della relativa patente che fece seguito alle ordinanze dello stesso Imperatore, del 1717, con le quali favoriva la città con l’applicazione di alcune esenzioni daziarie ma soprattutto decretando la libera circolazione nell’Adriatico e limitando in tal modo le pretese di Venezia, quale principale potenza nella navigazione in quel mare, minacciando, in caso contrario, l’abbandono della collaborazione con la Serenissima Repubblica per la protezione dalle scorribande da parte dei Turchi.

Con la morte di Carlo VI, e per effetto della “prammatica sanzione”, sua figlia Maria Teresa d’Asburgo diventa l’erede di tutti i domini lascati dal padre. Arciduchessa d’Austria e Regina d’Ungheria, dopo alcuni anni difficili determinati dalla Guerra di Successione Austriaca, viene ufficialmente riconosciuta come tale e come Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco Stefano di Lorena, Sacro Romano Imperatore col nome di Francesco I. Le casse austriache, anche per colpa delle enormi spese militari, i costi dell’aristocrazia e del clero, erano in sostanza a secco e quel poco che rimaneva era rivendicato dalla vedova di Carlo VI. Maria Teresa non si perse d’animo e si fece circondare da consiglieri che la guidarono verso la rinascita economica dell’Impero. Ovviamente in tutto questo disegno fu molto chiaro che un grande stato non poteva limitarsi alla potenza terrestre ma doveva anche spingersi verso il mare.

Trieste, già proiettata verso il suo splendido futuro, fu scelta per diventare la seconda città dell’Impero dopo la capitale Vienna e a diventare essa stessa la capitale asburgica del commercio e dei traffici marittimi.

Furono incrementati in città tutti quei presidi logistici per fare di un piccolo porto un grande porto e  un grande punto mercantile per il collegamento sia attraverso l’Adriatico, nel frattempo liberato dall’influenza negativa di Venezia, sia attraverso il territorio puntando verso le province, verso l’Ungheria e verso l’interno dell’Impero stesso.

Tutto questo produsse nel corso degli anni un aumento della popolazione residente nella città giuliana con l’arrivo di mercanti, mano d’opera, avventurieri, marinai da tutte le parti del Mediterraneo e dell’hinterland come Serbi, Croati, Greci,Turchi,Ungheresi e di altre nazionalità che con il loro arrivo portavano con se anche le loro tradizione, le loro culture ed usanze ed i loro credo religioso come gli Ebrei, i Protestanti, gli Armeni ed altri levantini. Queste comunità etnico-religiose  che allora venivano indicate come “nazioni” iniziarono a godere di concessioni progressive e diverse tra loro.

LE CONCESSIONI TERESIANE E LA LIBERTA’ DI CULTO

Per creare un presupposto di convivenza tra i nuovi cittadini di Trieste che si stabilirono nella parte nuova della città, costruita sui terreni in precedenza occupati dalle saline, e i triestini di vecchia data, stanziati nella parte antica della città posta sulle pendici del Colle di San giusto fino ad arrivare a Cavana o a “Rena Vecia” e circoscritti dalle antiche mura, l’amministrazione teresiana decise di abbattere le mura per favorire la socializzazione tra i vecchi e i nuovi ceti, e di concedere libertà di culto alle varie “nazioni”.

Maria Teresa era cattolica osservante ma forse di più incline all’aspetto religioso che all’aspetto ecclesiastico. La religione ufficiale dell’Impero rimase quella Cristiana Cattolica Apostolica Romana ma le circostanze incombenti consigliarono alla Sovrana di tollerare le altre fedi e credenze religiose e di favorire i rispettivi credenti.

Durante il tempo di Maria Teresa e poi di suo figlio l’imperatore Giuseppe II furono concesse alle comunità religiose, con l’ “Editto di tolleranza” di quest’ultimo, ulteriori libertà a coronamento di quanto già concesso precedentemente dalla Sovrana.

Si ebbero a formarsi in città numerose comunità tra cui le più numerose erano quella Serbo-Ortodossa che ebbe il suo luogo di culto in quella magnifica costruzione che è la Chiesa di San Spiridione, seconda nel suo genere solamente a quella di Belgrado. La comunità Greco-Ortodossa il cui luogo di culto è la Chiesa di San Nicolò dei Greci; la comunità ebraica emancipatasi del ghetto, occupò un posto importante nell’economia della città rivestendo incarichi importanti nella Borsa ed in altre realtà economiche della città. Avranno il loro luogo di culto nella grande Sinagoga di via San Francesco, una delle più importanti sinagoghe di tutta Europa.

Altre comunità meno numerose ebbero il loro riconoscimento sotto il governo asburgico di Giuseppe II come le comunità protestanti, calviniste e luterane. Anch’esse avranno il loro luogo di culto nel quale ritrovarsi ed esternare il loro sentimento di fede. Meno numerose furono le comunità armeno-mechitariste. Questa “nazione” costituita da turchi e persiani di religione cattolica dopo contrasti politico religiosi dovuti ad interessi privati e pubblici emersi durante la loro permanenza nell’isola di San Lazzaro a Venezia, si rifugiarono nel 1773 a Trieste. In città aprirono attività di stamperia con i ricavi di tale attività riuscirono a mantenersi e iniziando a produrre opere in varie lingue, ottennero dall’autorità la possibilità di aver un contributo annuo e un ministro del culto per la celebrazione dei loro uffici. Un “diploma” dell’Imperatrice concedeva loro la sudditanza austriaca e la Chiesa dei SS: Martiri. Purtroppo la comunità mechitarista dovrà fare i conti con debiti contratti e con l’impossibilità di onorarli, senza aiuto da parte della chiesa centrale di Costantinopoli. Nel frattempo iniziò nell’Oriente una persecuzione verso gli Armeni causando in definitiva la rovina della congregazione che venne sciolta.

Succeduto alla madre Maria Teresa nel 1780, Giuseppe II dette un nuovo impulso allo sviluppo della città di Trieste accentrando e unificando le regole dell’amministrazione pubblica che nei domini era disordinata e diversa da provincia a provincia. Ciò sortì il risultato di favorire il traffico delle merci all’interno dell’Impero. Durante il potere di Giuseppe II Trieste quadruplicò il numero degli abitanti rispetto all’epoca di Carlo VI, e il traffico marittimo rappresentava la maggior parte di tutta l’attività commerciale dell’Impero. Alla fine del XVIII secolo le navi triestine riuscite finalmente ad attraversare l’Adriatico e uscire dal Mediterraneo, raggiungevano l’Inghilterra e il nuovo mondo; arrivarono a doppiare il Capo di Buona Speranza toccando il Medio e l’Estremo Oriente. In questi anni una nave di Trieste il Conte di Belgioioso con al comando il triestino Francesco Antonio Pascotini partendo dal porto di Bombay il 16 maggio 1785 fece il giro del mondo approdando a Ostenda un anno e mezzo dopo il 22 settembre 1786.

Dopo un intermezzo che vide l’Austria in guerra con la Francia napoleonica e la città di Trieste occupata dalle truppe francesi, alla fine del 1813 Trieste ritorna definitivamente sotto l’amministrazione asburgica: Francesco I d’Asburgo incorporò ufficialmente nell’impero austriaco anche le Provincie Illiriche. Sotto l’amministrazione asburgica definitivamente furono annessi anche i territori di Gorizia e del Friuli Orientale, la laguna di Grado, tutta la valle dell’Isonzo, il Carso Triestino, l’Istria e il Quarnero fino a Fiume. Il ritorno di Trieste nei territori austriaci così costituiti anche con il possesso del Lombardo Veneto e il Tirolo garantì alla città un punto strategico nei commerci marittimi dato il tracollo della Serenissima Repubblica di Venezia che per secoli aveva egemonizzato i traffici nel Mediterraneo.

Nei traffici commerciali interni nell’Impero un grosso incremento lo ebbe dopo il 1857 con la nuova linea ferroviaria la “Meridionale” che collegava Trieste a Vienna e poi con la costruzione di altre due tratte ferroviarie la linea “Transalpina” e poi la “Parenzana”.

https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Meridionale

https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Transalpina

http://www.triesteprima.it/eventi/mostra-centrale-idrodinamica-trieste-porto-ferrovia-meridionale-21-luglio-2017.html

Ferrovia Meridionale - SudBanh

Ferrovia Transalpina - (Alpenbahnenprogramm)

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Ferrovia Parenzana

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