Perché fino al 1918? l'inizio della fine della nostra storia ...
L'inizio della fine della nostra storia, quella delle Vecchie Province, quella che aveva fatto in particolar modo della città di Trieste, la terza città dell'Impero Austro-Ungarico dopo Vienna e Budapest. Centro economico, culturale e scientifico, culla delle più importanti società di assicurazione, tutt'ora esistenti, di navigazione nell'Adriatico, nel Mediterraneo ed oltre oceano, porto commerciale e punto di partenza dal bacino dell'Alto Adriatico per tutte le merci dirette verso il centro dell'Impero, ha i suoi prodromi proprio il giorno in cui Gavrilo Princip assassinò a Sarajevo l'Arciduca Francesco Ferdinando e la consorte.
Fu questo avvenimento che, come la goccia che fa traboccare il vaso, dette a Francesco Giuseppe il motivo per dichiarare guerra alla Serbia e con ciò l'inizio del più terrificante e "moderno" conflitto mondiale. Poi dopo un anno di combattimenti, quando le forze austriache incominciavano a sentire il peso della guerra, il 24 maggio 1915 l'Italia, già alleata dell'Austria e della Germania, in forza della Triplice Alleanza, dichiara guerra all'Austria passando a sostenere la Triplice Intesa costituita da Gran Bretagna, Francia e Russia. Francesco Giuseppe ritenne questo comportamento una "fellonia" ed emise il famoso editto:
"Ai miei popoli!
Il re d’Italia mi ha dichiarato guerra.Il regno d’Italia ha commesso a danno dei suoi due alleati un tradimento di cui la storia non conosce uguale.Dopo un patto d’alleanza che durava da oltre trent’anni, durante i quali ha potuto crescere il suo territorio e conseguire un insperabile benessere, l’Italia ci ha abbandonati nell’ora del pericolo ed è passata a bandiere spiegate nel campo dei nostri nemici....ecc. ecc."
Nel novembre del 1918, con l'Armistizio firmato a Villa Giusti si conclude la Grande Guerra tra l'Italia e l'Austria-Ungheria. L'Austria diventerà una repubblica come pure la Germania.
E qui mi fermo. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per raccontare questi eventi, non sono uno storico e non voglio impantanarmi in cose più grandi di me.
Tutto questo preambolo è solo per chiarire il motivo per cui la storia del gruppo
NOI DELLE VECCHIE PROVINCE termina con la fine dell'Austria Felix.
Trieste ed i territori delle ex Vecchie Province dal 1918 in poi hanno vissuto molteplici vicissitudini a cominciare dalla crisi del dopoguerra con la nascita del regime fascista, il ventennio vissuto tra alti e bassi, cose fatte bene ed altre non proprio edificanti. Poi l'alleanza con la Germania del Terzo Reich di Hitler, le leggi razziali, le deportazioni, la seconda guerra mondiale, i bombardamenti, la sconfitta e conseguentemente l'occupazione della città e dei territori limitrofi da parte dell'esercito Jugoslavo del maresciallo Tito, con tutto quello che ne è conseguito. Poi la costituzione del Territorio Libero di Trieste comprendente la città e parte dell'Istria e della città di Pola, territorio diviso in zona B sotto l'amministrazione Jugoslava e la zona A sotto l'amministrazione del Governo Militare Alleato (America, Inghilterra e per un breve periodo Nuova Zelanda). Infine dal 1954 la seconda redenzione con il ritorno definitivo di Trieste all'Italia con conseguente perdita di parte dei territori di confine in favore della Repubblica Federativa di Jugoslavia.
Il boom economico degli anni sessanta ha portato benessere anche alla città di Trieste ma è stato un benessere passeggero in quanto lentamente, ma inesorabilmente, la città ha cominciato a segnare il passo e da principale mercato commerciale e portuale creato dall'amministrazione Asburgica è lentamente passata sempre di più in posizioni di retroguardia. Cantieri navali, industrie, società di navigazione ed altre realtà economiche hanno migrato verso altri lidi. La popolazione è lentamente diminuita. I collegamenti con il resto della nazione hanno cominciato a lasciare un po' a desiderare.
Questa è la storia, per sommi capi e probabilmente con qualche errore da parte mia in questa sommaria descrizione. I sentimenti nati da queste varie esperienze sono però ancora vivi in gran parte della popolazione. Esiste in città un movimento che si batte ancora per ottenere ciò che il Trattato di Pace di Parigi aveva stabilito, ovvero un Territorio Libero di Trieste amministrato da un Governatore nominato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite. Sono ancora vivi sentimenti di vario nazionalismo, sentimenti partitici di destra o di sinistra che propendono per una o per l'altra parte. Forse non ci sono più fisicamente presenti i protagonisti di queste storie ma sono invece presenti i sentimenti tramandati da coloro che queste storie le hanno vissute.
Ed è questo il perché che il gruppo NOI DELLE VECCHIE PROVINCE vuole concludere il racconto della sua storia nel 1918. Perché ritiene che fintanto che persone o sentimenti sono ancora presenti o radicati non si possa parlare obiettivamente di storia. Certo ci saranno ancora persone che hanno vissuto da una parte o dall'altra di una trincea del Carso la loro gioventù o che hanno ancora vivo il racconto di chi questa esperienza l'ha vissuta ma non credo che ce ne siano tantissime e credo, invece, che comunque i sentimenti per la storia ante 1918, considerando anche i cambi generazionali non siano tali da innescare polemiche di sorta cosa che, invece, e ne sono convinto, accadrebbe se parlassimo del periodo post 1918.
Concludendo è bello parlare di costume, di modi di vivere, modi di viaggiare, modi di vestire o di mangiare o parlare della cultura, della musica, delle invenzioni, dei traffici o di battaglie che hanno colorato per circa 500 anni la vita dei territori delle Vecchie Province sotto l'ala dell'Aquila Bicipite.