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NOI DELLE VECCHIE PROVINCE ... ...barbari chi?


Dal settembre dello scorso anno quando il gruupo "Noi delle Vecchie Province" è sorto e con esso, a fargli da spalla, anche questo sito web, penso che questo sia stato ed è il periodo peggiore che abbia e che ancora dovrà attraversare

Difatti ci stiamo avvicinando alla "catastrofe" ossia alle fine Grande Guerra che, inesorabilmente, segnerà anche la fine delle nostre Province e di tutti gli ex territori appartenuti da secoli agli Asburgo. Già c'è nell'aria, ma lo era da tempo, sentore di festeggiamenti da una parte e di commemorazioni dall'altra. Come due fronti in un campo di battaglia inevitabilmente essi si contrapporrano chi con estrema e gentile compostezza come da tradizione, chi con violenza verbale e fisica come è di loro tradizione. In questo frangente il gruppo "Noi delle Vecchie Province" vuole sgomberare dal campo accuse ed illazioni di sciovinismo o di sovversivismo e vuole una volta di più affermare che il suo precipuo scopo è di portare a conoscenza di chi ne fosse privo della storia di queste terre fino alla loro dissoluzione. Per tale storico motivo inevitabilmente quando si parla di storia delle nostre zone non si può far altro che parlare di Asburgo, di Austria, di Austro-Ungheria. Ciò non significa che il gruppo sia anti-italiano, anti-slavo, antitedesco anzi è vero esattamente il contrario. Tutti gli amici, ma non solo, che entrano a far parte del gruppo vengono invitati a prendere visione delle norme che regolano la convivenza civile all'interno del gruppo stesso. Tutti lo avranno letto, o almeno avrebbero dovuto farlo, e avranno visto che al punto 3 del regolamento sta scritto:

NOI DELLE VECHIE PROVINCE NON E' UN GRUPPO CONTRO. Nel gruppo, che è apolitico e apartitico, non verranno tollerate opinioni contrarie al comune senso della convivenza rispettosa reciproca, come non verranno tollerate bestemmie, istigazioni al razzismo, all’odio religioso ed all’odio di genere. Non verranno, altresì, tollerate provocazioni verso lo spirito da cui il gruppo nasce e nel quale si associano persone di varie parti della Repubblica Italiana e anche da altre realtà Nazionali e d'oltre oceano. Non verranno tollerati commenti politici come non verranno tollerati commenti su personaggi della politica, presenti o passati, di qualsiasi corrente essi siano come non verranno tollerate pubblicità di qualunque genere ed ovviamente pubblicazioni pornografiche.Nel gruppo vanno evitati toni accesi nelle discussioni.

Ho desiderato fare questa premessa prima di entrare nel merito di questa nota come si evince dal suo titolo. L'input a far ciò l'ho avuto da due post apparsi sul gruppo un paio di giorni fa e precisamente:

1) un post dell'amica Maria Polo che riporto integralmente:

"Nonostante i miei 57 anni mi presentai volontario per il servizio in montagna e come 'consigliere alpino' mi recai al fronte delle Giulie Orientali. Rimasi in servizio dal 29 giugno 1915 al 2 luglio 1918. Non ci si aspetti che mi metta a descrivere le mie esperienze belliche. Non ho punto l'intenzione di prenderla a eroe di guerra. Non ho fatto che il mio dovere. Non è persona onesta, ma un debole, un vile chi non difende la patria nel bisogno. D'altro canto, secondo l'odierna chiarificazione e l'atteggiamento quasi universale, so che farei piacere a ben poche persone. Soprattutto però devo usare prudenza e riguardi. Oggi sono cittadino italiano, vivo tranquillo e contento in Italia. L'Italia e' diventata la mia seconda patria. La vecchia Austria che con la sua aureola e con tutte le sue magagne e i ben noti difetti ho amato con tutto il cuore, per antica tradizione e' scomparsa. Scomparsa per sempre. La storia ha detto la sua parola, il suo passo ferrato vi e' passato sopra. M'inchino alla sua sentenza. Ma desidero si sappia che, senza esitare, ho messo a servizio della patria morente il sangue e gli averi, la salute e la vita; che tenni duro, forte e fedele, finché crollo' moribonda, come i leoni di bronzo, feriti a morte, sul Predil e a Malborghetto."

J. Kugy - La mia vita nel lavoro, per la musica, sui monti - Edizioni Eurograf.

Questo per riaffermare una volta di più che noi non siamo contro nessuno e che rispettiamo l'ordine costituito ma ciò non di meno desideriamo essere rispettati soprattutto nel riconoscere la nostra storia senza mistificazioni ideologiche.

2) l'altro post che mi ha sensibilizzato è stato pubblicato dall'amico Dario Nico (che non riporto integralmente per ragioni di spazio) nel quale l'amico si lamenta, giustamente, dell'uso della parola BARBARO apparsa in una epigrafe all'ingresso di un pubblico ufficio

"....Scusatemi, adesso basta, son deluso frastornato e altro che per educazione non posto. Ma questa epigrafe posta alla destra del palazzo Monte di Pietà in entrata ( ex comune di Gradisca d' Isonzo ) non mi và per niente bene,,,e mi capite, Alla fine del' epigrafe una frase dice: contro il barbaro invasore, Bene, benissimo, Sappiam tutti ( di queste zone) che di "barbari" ne son passati. Ok, ma hanno lasciato ( pur se come si pensa tremendi ) tracce della loro civiltà. Molte parole in uso tutt' ora derivano dalla loro cultura. Ma non solo questo. Hanno lasciato molto di loro e certamente non cose negative. Eppure un personaggio italiano ( n.d.r. presumibilmente Il VATE) ha avuto la "splendida" idea di considerare barbari anche coloro che per centinaia di anni vivevano in pace con noi. Hanno lasciato un sistema di catasto che è invidiato dal non dico popolo ma dai governi italici. Potrei aggiungere altro ma mi fermo. Chiedo di nuovo scusa perché vorrei raccontarvi un' aneddoto: Mio padre a suo tempo dipendente comunale un giorno accompagnò un colonello italiano dal sindaco. Ok, ma il colonello si soffermò a leggere l' epigrafe e disse: belle parole, specialmente quelle che si riferiscono al barbaro invasore. Mio padre lo guardò e gli chiese: colonello ho per caso scritto qualcosa in fronte? Lui rispose: no Silvano, perché? e mio padre rispose: io sono figlio di un barbaro invasore, ho qualcosa che non va? Il colonello non seppe rispondere e continuarono il loro cammino verso l' ufficio del sindaco senza proferir parole.

- Dobbiamo considerare barbari coloro ai quali nel 1382 Trieste si dono con spontaneità per affrancarsi dal prepotenza egemonica di Venezia?

- Dobbiamo considerare barbari chi con l'istituto del Porto Franco ha fatto si che Trieste diventasse la terza/quarta città dell'Impero?

- Dobbiamo considerare barbari chi ha introdotto la scolarizzazione obbligatoria?

- Dobbiamo considerare barbari coloro che hanno dato la patente di libera professione del proprio credo religioso contribuendo anche finanziariamente alla costruzione dei loro luoghi di culto, anche ai non cattolici, considerando che il cattolicesimo era la religione dello stato?

- Dobbiamo considerare barbari chi ha introdotto le vaccinazioni obbligatorie allora conosciute?

- Dobbiamo considerare barbari coloro i quali nei loro territori favorivano l'espressione nelle varie lingue dell'impero, dove in altre parti a malapena se ne conosceva una ed ancor oggi mal parlata e con l'introduzione di neologismi aberranti?

Potrei continuare ad oltranza ma mi fermo e concludo con una considerazione tratta del giornale "L'Osservatore Triestino" del 17 ottobre 1918:

"...I commenti alle dichiarazioni del conte Burian: Da Vienna il Fremden Blatt, nel commentare l’appello del Conte Burian ai popoli dei due stati della Monarchia austro-ungarica, riporta che “proprio da noi diverse nazionalità hanno trovato una libertà di sviluppo quale non si è avuta in nessun altro Stato. Noi abbiamo dimostrato che i popoli del più differente carattere possono vivere e lavorare insieme e in avvenire anche da noi un popolo libero potrà sussistere sulla libera terra”.

Concludo e lascio a voi la risposta:

- SIAMO STATI LIBERATI DALLA PRESENZA DEI BARBARI ?

l'epigrafe di cui sopra

Julius Kugy nelle sue montagne durante la GG

Il Leone di Hensel


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