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FINALMENTE...


... questo lungo anno che ha celebrato la fine della Grande Guerra, la Prima Grande Guerra Mondiale, è giunto al termine.

Lo dico con una punta di amarezza ma nella piena convinzione che, come rappresentante del gruppo "Noi delle Vecchie Province", aspettavo con ansia che arrivasse questo fatidico 4 novembre 2018.

In questo inesauribile periodo di rimembranze anche noi, quelli dell'altra parte della barricata, abbiamo ricordato la nostra storia che è la stessa ma raccontata dai vinti.

Si sa la storia ufficiale la scrivono i vincitori ed i perdenti devono soccombere, ma la Storia no, la Storia non può soccombere essa come tale è eterna ma soprattutto superpartes.

Ci sono stati degli amici del gruppo, e non faccio nomi per non far torto a nessuno, che hanno ricordato questa triste vicenda che ha dato un colpo di spugna a secoli di storia con eventi, rimembranze, post, pezzi di cronaca dell'epoca, fotografie, storie di famiglia, tutte cose che hanno portato, spero, alla conoscenza di chi ne era stato ideologicamente privato un'altra storia, una storia vissuta dai nonni e dai bisnonni appartenenti alle Vecchie Province Austriache, che per quell'Austria hanno combattuto in quanto triestini la cui madre patria chiamava alle armi. Nostri nonni e nostri bisnonni, nostri di chi come me e come tantissimi di noi ha un legame, una sorta di cordone ombelicale con queste terra.

Certo ci sono stati anche altri triestini che per il loro sentire hanno preferito passare dall'altra parte attraversando clandestinamente il legittimo confine che divideva l'Impero Austriaco ed il Regno d'Ungheria dal giovane Regno d'Italia. Anche loro hanno versato il sangue nella convinzione di trovarsi dalla parte del giusto, ed a loro va il nostro pensiero.

Abbiamo tutti visto ieri (4 novembre 2018) la conclusione delle celebrazioni di questo centenario svoltesi nella magnifica Piazza Grande di Trieste (ora piazza dell'Unità d'Italia). Abbiamo visto come quella piazza è stata forgiata nel corso dei secoli da "l'odiata barbarie austriaca" adornandola di palazzi settecento/ottocenteschi che sono il fiore all'occhiello di questa città, di questa regione e di questa realtà multinazionale già auspicata dal Beato Carlo I° che tanto si prodigò per far cessare quell'inutile bagno di sangue purtroppo senza ottenere il successo sperato. Tutti abbiamo ascoltato le parole del Presidente della Repubblica Italiana e soprattutto abbiamo apprezzato quando Egli, primo in una evenienza del genere, si è soffermato nel ricordo dei figli di quella Trieste ancora asburgica che partirono dalla Stazione Meriodionale (ora Trieste Centrale) per combattere in Galizia e molti non tornarono. Molti si sono rammaricati quando Egli, presente al Sacrario Italiano di Redipuglia, non si è soffermato e non ha speso una parola verso l'altro Cimitero che si trova esattamente dirimpetto al Sacrario Italiano e che nelle cui tombe si trovano militari austro-ungarici forse, anzi certamente, fratelli, figli, parenti di quelli sepolti nel Sacrario di Monte San Elia.

Noi non abbiamo festeggiato e non festeggiamo, noi abbiamo commemorato e nei prossimi giorni ci saranno ancora degli eventi che ricorderanno la storia di quel periodo e che commemoreranno i ragazzi triestini fanti o marinai che in quel conflitto hanno versato il loro sangue per la loro patria. Una messa in suffragio verrà celebrata a Trieste il giorno 9 novembre alle ore 18:30 nella chiesa della Beata Vergine del Soccorso (detta San Antoni Vecchio) in piazza Hortis (già piazza Lipsia). La funzione religiosa verrà celebrata con il rito antico come si faceva allora.

Poi "Noi delle Vecchie Province" stenderà un pietoso velo su questa storia.

Si perchè le Vecchie Province si sono "disciolte" nel nulla quando il 31 ottobre 1918 l' i.r. Luogotenete Barone Dr. de Fries-Skene si accomiatò dalla città con un caloroso ed affettuoso saluto alla Trieste che aveva onestamente amministrato per quasi quattro anni, facendo le valigie e traferendosi per volere imperiale a Graz.

Noi una di quelle valigie che il Barone si è portato a Graz immaginariamente l'abbiamo trovata ed al suo interno abbiamo trovato tutti i nostri, i vostri, ricordi che continueremo a condividere tra di noi, ma soprattutto tra quelli che vivono al di là dei confini degli ex territori ex asburgici, sempre con il rispetto per tutti i protagonisti di queste vicende assolutamente con il rispetto per la vera storia della quale purtroppo per lungo tempo siamo stati in buona parte privati.

"L'Austria era un Paese ordinato" ed in Austria "Guai a scriver storto"

Buone cose a tutti.


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