"NOI DELLE VECCHIE PROVINCE" ...perchè si? ... perchè no?
Il gruppo "NOI DELLE VECCHIE PROVINCE"
di cui questo sito web è parte integrante e con i blog ne è in parte porta-voce ha raggiunto, dal settembre 2017 data in cui è sorto, i 900 amici, molti rimaranno tanti se ne andranno. Certamente è un traguardo importante che non immaginavamo di raggiungere, ma soprattutto segna il momento di fare alcune considerazioni partendo dal titolo del blog:
“NOI DELE VECCHIE PROVINCE”:
… perché si ?, perché no ? …
Perchè si ...
... non è facile, per chi non è triestino “patòc” o “patòco” (dal dizionario del Dialetto Triestino di Gianni Pinguentini: patòco = schietto, autentico, palese, manifesto; poi, per estensione nella parlata comune, essere triestino patòc significa esserlo da molte generazioni) capire cosa significhi essere tale; ma, soprattutto, non è facile a chi triestino non è far capire la vera essenza della "triestinità", la sua origine e la sua appartenenza storica.
Ovviamente ciò vale per tutte le popolazioni le cui origini risalgono alla notte dei tempi, ma in questo caso parliamo di Trieste, del suo litorale (in tedesco: Österreichisches Küstenland, in sloveno: Avstrijsko primorje, in croato: Austrijsko primorje, in ungherese: Tengermellék) che comprendeva l’ex Città Imperiale ed Immediata di Trieste, l’ex Contea Principesca di Gorizia e Gradisca e l’ex Margraviato dell’Istria, senza per questo però dimenticare che, per certi versi, vicissitudini simili alle nostre, poco gradite e dolorose, sono state sopportate anche dalle popolazioni di tutti gli altri territori ex asburgici.
Non voglio addentrarmi in complicati “teoremi” storici innanzitutto perché non sono uno storico e quindi inevitabilmente incorrerei in qualche strafalcione e sarei senza dubbio giustamente ripreso da chi ne sa più di me, ma anche perché desidero entrare prima possibile nel tema proposto.
Per far questo è necessario, comunque, fare un piccolo flashback su queste terre.
... n.d.a.: desidero, innanzitutto, sottolineare che le notizie storiche di seguito riportate sono indicative e servono unicamente per posizionare la città di Trieste ed il suo territorio circostante nello scacchiere geopolitico dell’epoca ed in quello che ne seguirà...
Quindi per sommi capi, estremamente sommi, la storia di queste terre si potrebbe riassumere così:
Già in epoca preistorica reperti archeologici testimoniano la presenza dell’Homo Sapiens e la presenza di castellieri confermano che in età protostorica la zona era abitata proprio nei dintorni di quella che sarà poi in epoca romana l’avamposto militare denominato Tergeste che Roma, in continua fase di espansione, aveva realizzato per difendersi dagli attacchi degli Illiri, popolo proveniente dalla Dalmazia che interferiva con i suoi traffici.
Dopo la caduta dell’ Impero Romano d’Occidente, la città ed i territori circostanti subirono le invasioni barbariche, poi per un periodo il territorio vide la presenza dei Bizantini, dei Franchi e dei Longobardi.
Ma in linea di massima Trieste seppe mantenersi, nonostante la sua piccola entità, almeno nello spirito dei suoi abitanti, una città libera.
Dopo un periodo in cui la città divenne sede di Dominio Vescovile col nome di Tergestum, Trieste divenne libero comune, batté moneta e continuò ad esercitare i suo traffici, principalmente del sale via terra e della pesca via mare.
Non tutto però era tranquillo nella piccola città di Trieste, anch'essa ebbe le sue lotte intestine come la "Congiura dei Ranfi "
che per certi aspetti può ricordare la più famosa fiorentina "Congiura dei Pazzi"
Ma all'esterno c’era Venezia, allora regina dell’Adriatico, che costantemente e proditoriamente attaccava la città con vessazioni, imposizioni di tributi e attacchi militari. Ma non solo la Serenissima Repubblica mirava ad occupare la città c'era anche un'altra grossa potenza come il Patriarcato di Aquileia, fedele agli Asburgo, che aspirava al suo controllo.
Ciò determinò nel consiglio comunale triestino riunitosi nel 1382 la volontà di presentare richiesta, al Duca d’Austria Leopoldo III d’Asburgo tramite i rappresentanti inviati a Graz, Adelmo Petazzi, Nicolò di Pica e Antonio di Domenico, di libera dedizione della città di Trieste all’Austria stessa in cambio di protezione dalla soverchiante prepotenza di Venezia.
La richiesta fu accolta ed il giorno 30 settembre 1382 in presenza degli inviati del comune di Trieste, il Duca Leopoldo III, unitamente ai notabili austriaci, nel castello di Graz, firmò l'atto di DEDIZIONE DI TRIESTE ALL'AUSTRIA
Il documento ufficiale di tale atto può essere consultato sul seguente link:
Dal quel momento, con qualche interruzione napoleonica (nel 1797 per due mesi, nel 1805 per tre mesi e poi dal 1809 al 1815) comunque non favorevole per lo sviluppo della città, Trieste rimarrà legata volontariamente all’Austria per 536 anni.
Ecco quindi che entra in discussione l’atavica italianità di Trieste.
Questo non vuol assolutamente significare che noi non riconosciamo, allo stato attuale dei fatti, che Trieste sia una città italiana almeno per quel che riguarda la sua amministrazione. Per questo ci sono altre realtà che portano avanti il contenzioso del diritto di appartenenza giuridica di Trieste alla Repubblica Italiana.
Siamo stati accusati di essere un gruppo anti-italiano, ed io personalmente di aver tradito i fratelli giuliani che hanno versato il loro sangue per la redenzione di queste terre.
Nulla di più ignobile e falso, e soprattutto per me la parola Redenzione ha un ben altro significato. Essere redenti significa essere puliti da qualche colpa, da qualche peccato ed i triestini non avevano alcuna colpa di cui farsi redimere
Noi vogliamo sfatare un mito e vogliamo portare alla luce la storia vera, la storia che è stata, per quasi cento anni, raccontata male se non addirittura camuffata.
Trieste non è mai stata italiana per i motivi geografici e anche culturali più volte espressi e anche messi in discussione da storici d’alto rango.
Trieste è sempre stata una città libera anche quando pur donandosi all’Austria mantenne la sua indipendenza amministrativa.
Trieste è sempre stata una città cosmopolita in particolar modo dopo la Patente di Libera Circolazione nell’Adriatico e la Dichiarazione di Porto Franco di Trieste ambedue emanate dall’imperatore Carlo VI.
Poi il lento declino della Serenissima Repubblica, il rilancio economico di Trieste che ne derivò, la lungimiranza della politica dell’imperatrice Maria Teresa, dei suoi successori e le capacità imprenditoriali dei triestini le cui origini etniche, le estrazioni culturali e religiose erano tra le più
eterogenee , hanno fatto della città la quarta, a volte anche la terza, città per importanza dell’Impero d’Austria e del Regno d’Ungheria dopo Vienna, Budapest e Praga.
C'è poi il discorso della lingua parlata a Trieste e la sua profonda base culturale.
Per quanto riguarda la lingua parlata molti studiosi al riguardo tendono ad attribuirle una derivazione proto-veneta, romanza, latina o derivante da altri ceppi ma non certamente chiaramente italiana. E' ovvio che, con l'ampliarsi della popolazione residente nella città economicamente e commercialmente più importante dell'impero, dove la possibilità di lavorare e di creare nuove realtà imprenditoriali le persone attirate da tali opportunità provenissero da ogni dove come dalla Serbia, dalla Grecia, dall'Ungheria oppure dall'Armenia o da altri paesi lontani e certamente anche tantissimi provenivano dal Regno d'Italia (cittadini meglio noti come "regnicoli") ed ognuno, ovviamente, portava con se la popria lingua, la propria religione e la propria cultura e questo era normale e tollerato proprio per la caratterista cosmopolita della Trieste asburgica e per gli editti di tolleranza emanati dall'Imperatore Giuseppe II. Poi c'era (e c'è tuttora) un ampia componente della cultura e della lingua slava, particolarmente nel contado e nell'entroterra dell'Istria.
Quindi, secondo il mio modesto avviso, tutto possiamo dire ma non che Trieste è sempre stata Italiana.
Trieste è italiana, per conquista, dal 1918 dopo la catastrofica fine della prima guerra mondiale e con essa l'inizio di quella parte del XX secolo che ha portato con se odi culturali, odi religiosi, odi razziali.
Nel 2017 a Trieste si celebrava l'anno Teresiano, ovvero i trecento anni dalla nascita della grande Maria Teresa, granduchessa d'Austria, Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero che tanto fece per il successo futuro della città di Trieste, benchè non ci fosse mai stata.
Ci fu un susseguirsi di incontri, conferenze, mostre, celebrazioni di vario tipo ad alcune delle quali ho partecipato.
Per me fu come una rivelazione in quanto cresciuto a "pane e Fratelli d'Italia" a "pane e il Piave mormorava" consideravo tutta questa storia come ostile alla nostra innata appartenenza alla madre patria Italia. Ma, come spesso succede, qualcosa scatta all'interno del cervello e ti vien voglia di capire di più, di conoscere la vera storia, la tua vera appartenenza, di capire perchè certe cose ti sono state tenute nascoste ed allora ti documenti, cerchi notizie scevre da ideologie, cerchi di capire dove sta la verità ed allora ti rendi conto di essere stato ingannato o quanto meno tenuto all'oscuro della verità storica
Ecco che allora per condividere queste notizie, queste esperienze, questa storia nel settembre del 2017 nasce il gruppo "NOI DELLE VECCHIE PROVINCE" ...
... ecco perchè si !
Perchè no ...
... perchè ho peccato di presunzione quando, quasi per scherzo, ho messo in piedi questo gruppo con la viva speranza di far riavvicinare, attraverso i ricordi e la storia comune, persone che le vicissitudini dopo il 1918 ha per varie ragioni diviso e rese ostili l'una verso l'altra
... perchè ho peccato di scarsa lungimiranza riguardo gli anni in cui stiamo vivendo perchè non avevo messo in bilancio che se pur nel 2017 si ricordava Maria Teresa contemporaneamente erano in corso anche le manifestazioni per ricordare la Prima Guerra Mondiale e proprio il 2018 sarebbe stato l'anno "clou" di quelle ricorrenze che purtroppo ha visto contrapposti gli animi seppur a cent'anni di distanza di coloro che ricordano ancora vivamente quelle tristi vicende
... perchè ho peccato di fiducia verso tutti coloro che hanno trasformato giornate di commemorazione e di ricordo in giornate di un nuovo odio sociale che si sperava fosse sopito, e mi riferisco oltre alle commemorazioni non solamente per la fine della Grande Guerra ma anche alla Giornata della Memoria ed alla Giornata del Ricordo.
Non era questo che lo spirito di speranza in una memoria condivisa con cui il gruppo "NOI DELLE VECCHIE PROVINCE" è sorto.
Allora se il gruppo non riesce, oltre a portare a conoscenza al di fuoti dei confini delle vecchie province la vera storia di queste terre anche a creare un "humus" attraverso il quale superare le antiche e ormai anacronistiche ostilità ciò signica che ha fallito nel suo intento.
Certamente un intento molto presuntuoso ma riconoscendo tutte le difficoltà di portarlo avanti può anche gettare la spugna...
... ecco perchè no !
Impero d'Austria e Regno d'Ungheria al 1914